L'estate sta finendo, cantavano i Righeira. Quest'anno la mia estate finisce in Puglia, a Polignano a Mare.
Bella, struggente e ipnotica come una canzone d'altri tempi, magari proprio del suo cittadino più famoso, ma remixata da un DJ che la sa fin troppo lunga su come vendere milioni di copie.
Estremamente affollata e rumorosa del passeggio di migliaia di persone il sabato sera, tra la cena di pesce alle Antiche Mura, la passeggiata per farsi un selfie di fronte a Cala Porto, il dopocena alla Casa del mojito.
Quasi deserta e decisamente silenziosa la domenica mattina presto, a parte le campane che segnano, con profusione di rintocchi, ogni quarto d'ora, oltre a qualche signora in villeggiatura alla ricerca della messa del primo mattino e un paio di americani alle prese col fuso e con quella minuscola quantità di liquido nero bollente che da queste parti chiamiamo caffè.
E calda, caldissima, nonostante sia quasi settembre. Splendente di sole e profumata di mare, panifici e fichi freschi. Ma se l'estate sta finendo, vuol dire che un altro anno se ne va. Vado via anch'io ma, come dicevano loro, no, proprio non mi va.
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